Nella stanza con la porta chiusa
io e te in penombra sul letto,
soffice richiamo dove nascondere
fra le coltri le sfumature grige dei
nostri desideri più scomodi.
Voglia irrefrenabile di te,
non voglio altro che mangiarti, bere
di te, come in un lauto pranzo gustarne
il sapore che fa miele le tue carni.
Senza prepotenza, con complicità
dolcemente toccare la tua schiena vederla
fremere al leggero soffio e obbediente
distendersi quando ne traccio il percorso
con la lingua.
Dolce tortura che dura una notte, profonda
intima dove il tuo piacere è anche il mio.
Gli attimi e i secondi tutti ci appartengono,
l’ultima luce si è spenta, il tempo si è fermato……
(Mirella Narducci )