Non si può capire lo spasimo che accompagna gli attimi che precedono la stesura di una poesia. Nessuno riuscirà mai a capirlo… È qualcosa di fisico: i miei muscoli subiscono contrazioni, convulsioni. Sono i tremendi elettroshock cui ti sottopone la poesia
ALDA MERINI – Elettroshock
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Se l’Italia fosse meno generosa coi suoi figli degeneri, se smettesse di coccolarsi nell’auspicio della propria generosità e se non ne facesse una costante bandiera che con il tempo diventerà irrisoria, noi oggi non saremmo vittime della delinquenza che si attarda con calcolo maniacale sui giovani, sulle vedove, sulla gente sola, sui pensionati confiscandone i sacrosanti diritti alla vita. Ricordiamo le prodigiose corna del cervo molto belle a vedersi ma che non scamparono la bestia dall’eccidio.
Col tempo le corna degli italiani diventeranno degli autentici bersagli sopra cui la mafia appenderà i suoi miserevoli panni.
ALDA MERINI – Elettroshock
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Non è detto che l’uomo che soffre sia un vegetariano, uno che rinneghi i piaceri della carne. Soffrire vuol dire essere a conoscenza della propria natura e di quanto molto possa la materia sullo spirito a livello di sfiguramento. La materia è la vera devianza dell’uomo, la fame, la sete, il sonno, l’appetito sessuale: cose di per sé dinamiche che creano intorno allo spirito quei fuochi d’artificio che fanno dire all’uomo egli è bello in quanto uomo, cioè egli è bello in quanto ha molti accidenti spirituali. Ma la bellezza univoca del corpo è lo spirito che se si allenta ogni correlato va in necrosi anche se si mantiene straordinariamente in vita.
ALDA MERINI – Elettroshock
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