Mi chiedo se quel razionalista americano gran lavoratore e agente dell’industria che fu Benjamin Franklin sapesse quanta infelicità avrebbe causato nel mondo quando, nel lontano 1757, invasato da zelo puritano, rese popolare e propagandò l’aforisma trito e palesemente falso secondo cui «presto a letto e presto alzato fan l’uomo sano, ricco e assennato».
È triste che fin dalla prima infanzia subiamo la tirannide del mito morale secondo cui è giusto, buono e bello balzar fuori dal letto non appena svegli per approntarci il più velocemente e gioiosamente possibile a compiere qualche attività utile. Nel mio caso, ricordo in modo molto chiaro che era mia madre a urlarmi di uscire dal letto ogni mattina. Mentre giacevo lì in uno stato di beato benessere, gli occhi chiusi, cercando di rimanere aggrappato a un sogno in dissolvimento, facendo ogni sforzo per ignorare le sue urla, mi mettevo a calcolare il tempo minimo che mi ci sarebbe voluto per alzarmi, far colazione, andare a scuola e riuscire ad arrivare qualche secondo prima dell’appello. Tutta questa creatività e fatica mentali le spendevo per godere di pochi istanti di sonno in più. È così che l’ozioso inizia ad apprendere la sua arte.
L’OZIO COME STILE DI VITA * Tom Hodgkinson
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il posto fisso fu inventato per rendere le cose più facili a coloro che stavano al vertice. La gente veniva privata della propria indipendenza per essere messa al servizio dei sogni grandiosi di un manifatturiere con ambizioni sociali che credeva nel lavoro duro. Per gli altri. Scrive G.K. Chesterton in What’s Wrong with the World (1910):
I ricchi buttarono letteralmente i poveri fuori dalla vecchia locanda e li misero sulla strada, informandoli in tono sbrigativo che era la strada del progresso. Li costrinsero letteralmente a entrare nelle fabbriche e nella moderna schiavitù del salario, assicurandoli di continuo che quella era la sola via per raggiungere il benessere e la civiltà.
Che cos’è infatti il Progresso? Nel Cavaliere pallido, il predicatore impersonato da Clint Eastwood pone la questione con eleganza. Quando un pezzo grosso di una cittadina locale gli dice che un gruppo di cercatori d’oro indipendenti che si rifiutano di lasciare la loro terra per far spazio alla sua impresa stanno «ostacolando la via del progresso», Clint domanda semplicemente: «Il vostro o il loro?».
L’OZIO COME STILE DI VITA * Tom Hodgkinson
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il roboante polemista Thomas Carlyle fece un gran danno promuovendo l’idea secondo cui nel lavoro duro ci sarebbe della dignità e persino del fascino romantico. «L’uomo fu creato per lavorare, non per speculare, per pensare, o per sognare» scrisse, aggiungendo: «Ogni istante d’ozio è un atto di alto tradimento». Sarebbe dunque un dovere patriottico lavorare con fatica; un altro mito particolarmente utile ai ricchi, i quali, come disse Bertrand Russell, predicano «la dignità del lavoro, mentre dal canto loro essi si comportano in modo ben poco dignitoso sotto questo aspetto». Ovvero, per citare le parole che il grande e compianto scrittore inglese Jeffrey Bernard pronunciò quando andai a intervistarlo, «Come se ci fosse qualcosa di romantico e seducente nel lavoro duro […]. Se fosse davvero così, allora il duca di Westminster se ne starebbe a vangare il suo dannato giardino, o no?».
L’OZIO COME STILE DI VITA * Tom Hodgkinson
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Il capitalismo ha fatto del lavoro una religione; ma la cosa triste è che lo stesso ha fatto il socialismo. La sinistra si è lasciata suggestionare dal sogno socialista della «piena occupazione». Ma non sarebbe meglio la piena disoccupazione? Un mondo in cui ognuno sia libero di creare la propria vita, il proprio lavoro, i propri soldi. Nel suo splendido saggio L’anima dell’uomo sotto il socialismo (1891), Oscar Wilde sottolineava l’assurdità dell’idea della piena occupazione: «È deplorevole che una parte della nostra società sia praticamente ridotta in schiavitù; ma proporsi di risolvere il problema asservendo la società intera è puerile».
Abbiamo bisogno di essere responsabili per noi stessi; dobbiamo creare la nostra repubblica personale. Oggi deleghiamo le nostre responsabilità al capo, all’azienda, al governo, e poi diamo loro la colpa quando tutto va male.
L’OZIO COME STILE DI VITA * Tom Hodgkinson
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