La consapevolezza del cumulo di sofferenze prodotte da un numero selezionato di guerre lontane è in qualche modo frutto di una costruzione. E, soprattutto nella forma registrata su pellicola, balugina all’improvviso, viene condivisa da molte persone, e poi svanisce. Contrariamente a un resoconto scritto – che, a seconda della complessità delle idee, dei riferimenti e del lessico, è indirizzato a una cerchia di lettori più o meno estesa – una fotografia possiede una sola lingua ed è potenzialmente destinata a tutti.
Susan Sontag, davanti al dolore degli altri