L’ho vista e ad un tratto ho capito che in quel sorriso c’era la tristezza di una donna che voleva essere amata, compresa,
lei parlava, parlava, e sorrideva, ma gli occhi non mentivano, sempre lucidi quasi a scoppiare in un pianto liberatorio, eppure rideva nei discorsi e negli sguardi silenziosi, un sorriso che non si abbinava ai suoi occhi belli e tristi,
chi ci osservava vedeva una donna di una felicità quasi “imbarazzante”
Io la osservavo, bastava una mia domanda e lei che parlava per sei, sette minuti sempre con quel sorriso,
parlavamo tanto, ogni giorno.
Cominciavo a chiedermi se quel sorriso triste era solo frutto della mia immaginazione, eppure quegli occhi non potevano mentire, io ci vedevo sempre quella sottile malinconia, quella tristezza.
Un giorno la abbracciai, cosi di colpo, spezzando i suoi discorsi e il suo sorriso, ci fu un bacio e una lacrima, ci fu amore e altre lacrime, e poi amore ancora.
Ogni volta che ci amavamo c’erano lacrime e occhi che sorridevano, quelle lacrime quasi di stupore che non ti fanno credere che stai di nuovo amando,
i sorrisi e le parole ormai avevano lasciato lo spazio ai silenzi d’amore, quelli che il cuore voleva da tempo.
A volte ci sono sorrisi amari e lacrime dolci, come l’amore che lo accompagna, a volte l’amore è una lacrima da assaporare e da condividere.
Ma anche il più bello degli amori, quello “perfetto” desiderato, cercato,
trovato a metà della nostra vita, non è eterno,
c’è sempre quel destino, quel passato che si affaccia con il suo sorriso che ti dice
( l’amore dev’essere solo un ricordo)
Per questo quando la vidi arrivare con quel sorriso, ne vidi la fine,
lei parlava, parlava, con quel sorriso triste come il primo giorno, ma sapevamo entrambi che era l’ultimo,
l’ultimo abbraccio, l’ultimo sorriso, e una lacrima sulle mie labbra….