Scrutiamo nell’aldilà e nella vista
alibi all’inconcludenza dei fili
di Natale, qualcosa di energico e mortale
passione che non si comprende,
desiderio di ordine di legge e di euforia
ma non avevo nomi per il mio piano divino
per l’ordine che vacillava,
il Natale si faceva stretto come un tunnel di mare
che avidamente voleva risposte
ma non c’era più, qualcosa agiva.
Il Natale cadeva a perpendicolo
in una gola affranta e affamata:
in tutto questo amore ti volevo come si vuole
l’ostia benedetta,la fame, la sete
ti volevo in quello stato d’assedio
che sceglie la legge sacra.
Purezza non c’è più negli uomini, solo musica caffè, facce perbene,
perché fumavo ancora perché rischiavo
perché il destino non si rivelava.
Telefonare a questo – telefonare a quello – ma non siamo pronti!
Pigiare il pedale, comprare pigiami
e poi la cassetta automatica di Mozart
Mozart l’angoscia, il varco, l’essenza di rose
e valico sulla morale degli uomini –
Il male non è perfetto, il bene non è perfetto
angoscia e sudore: nude gambe, male, schiena
candore e frenesia, purificate!
Da Epoca immobile, Giovanna Sicari