Odio: la parola è tabù. Tra qualche ora un aereo esploderà a causa mia. Qualunque precauzione io possa prendere, ci scapperanno almeno un centinaio di morti. Vittime innocenti, lo scrivo senza ironia. Chi sono io per condannare l’odio provato dagli altri?
Ho bisogno di scrivere queste righe per me stesso: io non sono un terrorista. Un terrorista agisce in nome di una rivendicazione. Io non ne ho nessuna. Sono ben contento di distinguermi radicalmente da quella teppa che cerca un pretesto per il proprio odio.
Io odio l’odio, eppure lo provo. Conosco questo veleno che si inocula nel sangue con un morso e che infetta fino all’osso. Il gesto che mi accingo a compiere ne è la pura manifestazione. Se fosse terrorismo, inventerei per il mio odio un travestimento nazionalista, politico o religioso. Oso sostenere di essere un mostro onesto: non cerco di attribuire alla mia esecrazione una causa, uno scopo o un blasone di nobiltà. Attribuire a un dispositivo di distruzione un motivo, quale che sia, mi ripugna.
Amélie Nothomb * IL VIAGGIO D’INVERNO
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Innamorarsi d’inverno non è una buona idea. I sintomi sono più sublimi e più dolorosi. La luce perfetta del freddo incoraggia il cupo diletto dell’attesa. Il brivido esalta lo stato febbrile. Chi si invaghisce a Santa Lucia incorre in tre mesi di tremori patologici.
Le altre stagioni hanno le loro piacevolezze, germogli, grappoli e foglie su cui riversare i propri stati d’animo. La nudità invernale non offre alcun rifugio. Esiste qualcosa di più subdolo del miraggio del deserto: è il famoso miraggio del freddo, l’oasi del circolo polare, scandalo di bellezza reso possibile dalla temperatura negativa.
L’inverno e l’amore hanno una cosa in comune: fanno venire voglia di essere confortati per una simile prova; la coincidenza di queste due stagioni esclude il conforto. Alleviare il freddo con il calore disgusta l’amore per un senso di oscenità, alleviare la passione aprendo la finestra sull’aria fresca spedisce alla tomba in tempi record.
Amélie Nothomb * IL VIAGGIO D’INVERNO
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Vado verso il mio fallimento con stupido coraggio. A volte bisogna agire anche avendo la certezza che non si verrà compresi.
Amélie Nothomb * IL VIAGGIO D’INVERNO
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Sentirsi bene è un’ambizione irrazionalmente esagerata visto che sentirsi è già così raro. Scrivere mobilita un importante segmento del corpo: è un’applicazione fisica del pensiero. Da qualche settimana so che provocherò un disastro aereo, e lo organizzo. La novità è che adesso lo scrivo. Ebbene, scriverlo è molto più forte che il solo concepirlo nella propria testa.
Amélie Nothomb * IL VIAGGIO D’INVERNO