Mi sveglio, è scomposto ,ha nuovamente un battito irregolare, mi preoccupa sempre quando fa così. Rassomiglia ad un forte scuotimento. Mi sembra goda quasi di vita propria, esterna a me. Sembra se ne stia lì, quieto, fino a che io gli dia retta, ed in determinate circostanze e come se stabilisca di palesare quell’inconscio che spesso stringo in un angolo. Si è proprio così. Perché in realtà, lui c’è più dentro di quanto io possa concepire. Con lui non funzionano gli inganni che riservo al mio senno. Nella testa un lampo solitario, lo ha inviato lui, vorrebbe diventasse riflessione, ma io ancora una volta lo blocco. Mi accorgo vorrebbe riabbracciare la mia mente. Ho perso il conto delle volte che mi son ribaltato e ripiegato in questa notte irrequieta. Come avvolto da un rovente bagliore mi scopro fragile ancora una volta. Immediata, contrastante, una gran voglia di tornare ad esser freddo, con gran sgomento scalpito, urlo dentro. Ma non puoi fuggire a lungo… lui è scottante, ribolle, porta scompiglio , come rogo scioglie il gelo intenso in cui cerchi di ibernarlo. Ed è così che nuovamente ti ritrovi con l’estintore in mano a correre ai ripari. Ed è cosi che ancora una volta ti sorprendi a murare la cella di quella prigione che un tempo era un oasi felice. Devi permetterti di sopravvivere, allora hai il dovere di lasciare che cuore e mente siano accanto nel dirimpetto ma non ancora riuniti. Non sei ancora pronto ad osservarli mentre tornano a combinarsi e spesso dissonano. La tua anima si spacca, ma assapori e ti sistemi in una finta e breve pace. Ma già hai la consapevolezza che presto o tardi lui tornerà a cercare la sua via verso la libertà…non resta che la speranza che la paura lasci spazio al coraggio e che questo si tramuti in prontezza…