Il bimbo dentro me non conosce la parola “Rassegnazione”, qualora dovesse impararla, morirebbe.
Anton Vanligt
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Il compito dell’adulto e’ far rivivere il bambino che è dentro di se’.
Stephen Littleword, Nulla è per caso
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Il bambino che eravate un tempo continua a sopravvivere detro il vostro guscio di adulto. Che ci piaccia o no, siamo simultaneamente il bambino che siamo stati, che vive nell’atmosfera emotiva del passato, e spesso interferisce nel presente, e un adulto che cerca di dimenticare il passato e di viveretotalmente nel presente. Il bambino che siete statopuò intralciare o frustrare le vostre soddisfazioni da adulto, imbarazzarvi e tormentarvi, farvi ammalare oppure…arricchire la vostra vita.
W.Hugh Missildine, Your Inner Child of the Past
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Aiutami Ti prego
Luna ascoltami Se da quell’angolo di altitudine ne sai di più di me
Scavalca i ponti tra mente e cuore, la soglia estrema del dolore
L’orgoglio ed il suo mare immenso per far capire che ci penso
Che soffro per amore intenso
Che gioco ancora con il vento
Ma non trovo più il bimbo dentro
Che rido ancora senza un senso e navigo distratto e attento
Ingenuo ma con la testa
O tutto o niente..o sempre o basta!
E che sono qui per ritrovarmi
E chiedo aiuto a te ….
Tiziano Ferro, Il bimbo dentro
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I figli hanno bisogno di una sicurezza totale. E voi potete dare a voi stesse questo solido senso di sicurezza dando premure e affetto alla bambina spaventata che portate dentro di voi. Il seguente esercizio vi aiuterà a entrare in contatto con questa bambina interiore a rassicurarla. Se avete una fotografia di voi stessa da piccola, tiratela fuori, e guardatela bene. Se non l’avete, cercate d’immaginarvi come eravate, visualizzandovi in una situazione familiare.Fate finta che questa bambina viva dentro di voi. Se avete difficoltà a immaginarvi come una bambina piccola, osservatene una per strada, o in un campo da gioco, forse questa vista susciterà in voi qualche sensazione del passato. Quando comincerete a parlare con la vostra bambina interiore, fatelo lentamente. Se è una trentina do anni che non parlate con lei, forse i primi momenti saranno difficili. Se l’avete ignorata chiedetele scusa. La vostra franchezza e sincerità vi permetteranno di stringere con lei una sincera amicizia.
Jody Hayes, Amore dipendente o amore intelligente?
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È dentro noi un fanciullino che non solo ha brividi, come credeva Cebes Tebano che primo in sé lo scoperse, ma lagrime ancora e tripudi suoi. Quando la nostra età è tuttavia tenera, egli confonde la sua voce con la nostra, e dei due fanciulli che ruzzano e contendono tra loro, e, insieme sempre, temono sperano godono piangono, si sente un palpito solo, uno strillare e un guaire solo. Ma quindi noi cresciamo, ed egli resta piccolo; noi accendiamo negli occhi un nuovo desiderare, ed egli vi tiene fissa la sua antica serena maraviglia; noi ingrossiamo e arrugginiamo la voce, ed egli fa sentire tuttavia e sempre il suo tinnulo squillo come di campanello. Il quale tintinnio segreto noi non udiamo distinto nell’età giovanile forse così come nella più matura, perché in quella occupati a litigare e perorare la causa della nostra vita, meno badiamo a quell’angolo d’anima d’onde esso risuona. E anche, egli, l’invisibile fanciullo, si perita vicino al giovane più che accanto all’uomo fatto e al vecchio, ché più dissimile a sé vede quello che questi. Il giovane in vero di rado e fuggevolmente si trattiene col fanciullo; ché ne sdegna la conversazione, come chi si vergogni d’un passato ancor troppo recente. Ma l’uomo riposato ama parlare con lui e udirne il chiacchiericcio e rispondergli a tono e grave; e l’armonia di quelle voci è assai dolce ad ascoltare, come d’un usignuolo che gorgheggi presso un ruscello che mormora.
O presso il vecchio grigio mare. Il mare è affaticato dall’ansia della vita, e si copre di bianche spume, e rantola sulla spiaggia. Ma tra un’ondata e l’altra suonano le note dell’usignuolo ora singultite come un lamento, ora spicciolate come un giubilo, ora punteggiate come una domanda. L’usignuolo è piccolo, e il mare è grande; e l’uno è giovane, e l’altro è vecchio. Vecchio è l’aedo, e giovane la sua ode. Väinämöinen è antico, e nuovo il suo canto. Chi può imaginare, se non vecchio l’aedo e il bardo? Vyàsa è invecchiato nella penitenza e sa tutte le cose sacre e profane. Vecchio è Ossian, vecchi molti degli skaldi. L’aedo è l’uomo che ha veduto (oîde) e perciò sa, e anzi talvolta non vede più ; è il veggente (aoidós) che fa apparire il suo canto .
Non l’età grave impedisce di udire la vocina del bimbo interiore, anzi invita forse e aiuta, mancando l’altro chiasso intorno, ad ascoltarla nella penombra dell’anima . E se gli occhi con cui si mira fuor di noi, non vedono più , ebbene il vecchio vede allora soltanto con quelli occhioni che son dentro di lui, e non ha avanti sé altro che la visione che ebbe da fanciullo e che hanno per solito tutti i fanciulli. E se uno avesse a dipingere Omero, lo dovrebbe figurare vecchio e cieco, condotto per mano da un fanciullino, che parlasse sempre guardando torno torno. Da un fanciullino o da una fanciulla: dal dio o dall’iddia: dal dio che sementò nei precordi di Femio quelle tante canzoni, o dell’iddia cui si rivolge il cieco aedo di Achille e di Odisseo
Giovanni Pascoli, il Fanciullino, da Pensieri e discorsi