Ma cosa è questa crescita, questo processo di cambiamento? In cosa consiste?
E’ semplice. Consiste nel diminuire progressivamente gli ostacoli che la mente frappone all’essere felici.
E’ così semplice? Sì, è concettualmente semplice ma difficile assai da applicare. La ragione principale è data dal fatto che siamo pieni di cose che ci piacciono e di cose che NON ci piacciono.
Se invece sapessimo accettare tanto e rifiutare poco, sarebbero poche le cose che avrebbero il potere di renderci infelici.
L’infelicità è data sostanzialmente da due cose: dover vivere cose che non vogliamo e non riuscire a vivere invece cose che desideriamo. E’ tutto qui.
Va da sé che se vivessimo bene, accettandole, anche le cose che ORA non vogliamo e riuscissimo a vivere bene anche senza le cose che desideriamo, la nostra felicità e stabilità sarebbe inscalfibile.
Il processo di cambiamento consiste in questo: imparare a dire più sì, dove vorremmo dire no, e dire più no, dove vorremmo dire si, ma non di malavoglia.
Le cose che non vogliamo sono tantissime, molte delle quali nemmeno le immaginiamo…e allo stesso modo moltissime sono le cose che vorremmo e la cui mancanza ci fa soffrire.
La “vetta” è la totale libertà. Essa è prerogativa degli dei e di pochi, pochissimi uomini.
Ma, come dice Nietzsche, non ha senso e non aiuta chiedersi quanto manca alla vetta ( è in effetti un altro desiderio).
Ha senso invece cominciare a camminare. Nel senso giusto però.
(Sergio Davanzo – EDA)