Mi sentivo un po’ agitato, il cuore batteva forte, io e lei soli, in quella camera d’albergo, due semplici amici, mentre fuori pioveva, sbatteva su le finestre, il vento soffiava e gli alberi si infuriavano, ma dentro tutto era al sicuro, e tra una risata e l’altra ogni tanto ci guardavamo negli occhi, eravamo in sintonia, ma qualcosa profumava l’aria, e non riusciva a venire fuori, alcuni sguardi parlavano da soli, e per paura di capire male, cambiavano discorso, ma l’anima non mente mai, sentivo il bisogno di avvicinarmi a lei, più si intimidiva e più mi sentivo agitato, un po’ confuso, fu così che senza dire troppe parole la baciai, scoprendo quanto era buono il suo sapore, un attimo di fermo e poi lei mi ribaciò più di prima, assaporando le nostre anime, due sapori diversi, uno di zucchero, l’altro di sale, ma che la faceva impazzire, mi disse sotto voce “Vieni qui” mentre si sdraiava sul letto, ed io andai sopra di lei, avevo fame della sua pelle, mentre fuori la piggia violenta urlava sui muri e la finestra io spogliavo il suo corpo, che mi scaldava e faceva scorrere il mio sangue come un mare in tempesta, lei, una nave bellissima che navigava nel fumo e nelle nuvole della mia anima, guardavo il suo corpo perchè ho sempre guardato il suo viso, leccavo la sua pelle perchè l’ho sempre baciata su la guancia, cercavo la sua lingua, perchè lo solo sentita parlare, zittiva la mia bocca perchè mi ha sempre ascoltato, e per una volta volevamo comunicare unendo il nostro calore, e mentre mi muovevo sopra e dentro di lei, il suo fiato era sempre più intenso, così, arrivati alla fine, lei mi strinse forte con le sue braccia, e la pioggià cessò di battere su la città, calmando le nostre anime e rinfrescando i nostri corpi.
(Ejay Ivan Lac)