Una ragazza, in un villaggio di pescatori, restò incinta. I suoi genitori la picchiarono finché non confessò chi era il padre: “È stato il maestro zen che vive nel tempio fuori dal villaggio”.
I suoi genitori e tutti gli abitanti del villaggio si indignarono.
Una volta nato il bambino, accorsero al tempio e lasciarono il neonato ai piedi del maestro zen. Gli dissero: “Sei un ipocrita, questo bambino è tuo! Prendine cura!”.
Il maestro zen si limitò a replicare: “Va bene! Va bene!”. E diede il bambino a una donna del villaggio perché lo svezzasse e lo accudisse, facendosi carico lui delle spese.
In seguito a questo fatto il maestro perse la propria reputazione, i suoi discepoli lo abbandonarono, nessuno andò più a chiedergli consigli, e questo durò per alcuni mesi.
Quando la giovane vide tutto ciò, non sopportò questa situazione e raccontò a tutti la verità: Il padre del bimbo non era il maestro, ma il figlio del vicino. I suoi genitori e tutti gli abitanti del villaggio, allora, tornarono al tempio e si gettarono ai piedi del maestro zen. Implorarono il suo perdono e chiesero che restituisse loro il bambino.
Il maestro restituì il bambino e si limitò a dire: “Va bene! Va bene!”.
ANTHONY DE MELLO, Dove non osano i polli