A volte li senti rigidi, freddi e spigolosi come la pietra. Ci sbatti contro, non puoi evitarli. Tumefatto e rassegnato ti volti e te ne vai.
Altre volte sono liquidi, squallidi, senza sapore. Vorresti cambiarli, dargli forma o respingerli con forza, ma il tuo pugno non li plasma, la tua mano affonda in una sostanza che non cambia.
Sono alcuni atteggiamenti delle nostre relazioni quotidiane.
Sferzano umiliando come schiaffi, quando sono fatti di figli e di genitori. Fendono e uccidono come spade, quando appartengono alla coppia.
E proprio la coppia è la prima vittima di tanti comportamenti apparentemente innocui, di vari atteggiamenti più o meno distratti verso i bisogni altrui. Nessuno è immune. Neppure io. Lo so bene. Mi fa male. Mi fa paura.
Eppure, ogni coppia all’inizio del proprio rapporto d’amore sogna: una storia romantica che non finisca mai. Spera: un amore coinvolgente che duri per sempre.
E i presupposti per una vita felice ci sono tutti: trasporto e passione, valori condivisi e aspirazioni comuni, un progetto per il futuro e il giusto entusiasmo della partenza.
Poi, arrivano la quotidianità e la noia di tanti gesti ripetuti, mentre i sentimenti lentamente si spengono. Si accendono, piuttosto i ri-sentimenti per ogni parola taciuta, le delusioni di tante aspettative mancate.
Ma cosa succede? Cosa ci ferisce a morte?
Probabilmente, la relazione. Non si cura più la relazione.
Non si cresce più insieme e nella stessa misura. Non si pensa in due. La sessualità si blocca, oppure diventa priva di attenzioni e i corpi cambiano velocemente in pochi anni. Le famiglie di origine, con il loro stile e le loro abitudini, invadono la coppia. Arrivano i figli che sottraggono spazio e tempo. Qualche volta, anche le difficoltà economiche.
Si consolidano fastidiosi atteggiamenti, egoistici e comodi comportamenti. Dopo alcuni anni ci si ritrova lontani, sconosciuti, indisposti e, con rassegnazione, si rischia di decretare la fine di un prezioso e importante rapporto d’amore.