C’ERA QUALCOSA … – Carmen Valery
“C’era qualcosa che le frullava in mente…ma non riusciva a focalizzarla.
Per quanti sforzi facesse rimaneva sempre seminascosta nell’indeterminatezza come se gli altri pensieri le facessero ombra, barriera…
Un qualcosa di indistinto che provocava inquietitudine…frenesia…tachicardia.
I suoi sensi erano vigili…ma nulla…
Quel qualcosa giocava a nascondino anche con i suoi sensi…
Sensi allertati che riuscivano a percepire persino i sussurri della notte, anche quei flebili sospiri dell’acqua quasi immota del mare…a vedere anche il più impercettibile guizzo di un frammento di luna sull’acqua, lo scivolare repentino della sabbia ai suoi passi…
Lì sulla riva del mare di tutti i mari dell’attesa, sentiva sulla pelle il leggero fiato dei pensieri che fluivano…ma quel qualcosa continuava a sfuggirle…
E quell’inquetitudine saliva, e più saliva più i suoi sensi percepivano fino all’impercepibile, fino a proiettarsi oltre…a sentire quello che non apparteneva più al presente come presente e a portare nel presente quello che non era ancora avvenuto…
Seduta sulla sabbia sentiva l’acqua toccarle la pelle nel continuo succedersi delle piccole onde della risacca…
Sentiva sulla pelle il suono, quel particolare suono che ha il silenzio di notte, ne sentiva l’odore…un odore fatto di un nulla intenso..
La sua mano si mosse ad afferrare a fermare le piccole onde…forse se riusciva a fermarne almeno una sarebbe riuscita ad afferrare anche quel qualcosa, ma cosa? che le frullava in mente…
Ma quel qualcosa dai contorni sfumati e sfuggenti era più forte…adesso era una sorta di tensione che sentiva passare sotto ogni centimetro della sua pelle…strana sensazione sgradevole e gradevole, sensuale e fredda…contrasti che traevano brividi e le arpeggiavano la pelle …
Cercò di intercettare quel brivido…nell’illusione di capire, di ascoltare, di leggere cosa fosse quel qualcosa che non riusciva a cogliere…
Attesa…desiderio…tristezza…indecisione…rifiuto…cercò di dargli un nome.
Ma neanche questo funzionava…
Oramai distesa sulla sabbia assorbiva con tutta se stessa i raggi della luna…facendo di se stessa un bagliore di evanescente luminescenza…ormai erano solo i battiti del suo cuore che popolavano il silenzio…
Le sembrava quasi di vederli, quei battiti dell’ansia…quasi le uscissero dal petto e le danzassero intorno sulla sabbia…
La sua mano frenetica cercava di di prenderli, di riportarli tra i suoi seni…ma tra le sue dita solo la fredda sabbia che scivolava via…granello su granello…
I suoi occhi bevevano la notte sorso a sorso, ma tra le palpebre l’arsura si era fatta inestinguibile…avrebbero potuto bere tutte le notti del tempo, sempre sarebbero rimasti vuoti…soli…asciutti, anche se la tensione forse richiedeva che divenissero mare o sorgente…
Provare a chiuderli..no, impossibile…continuavano a bere la notte, a prosciugarla per farne emergere quella presenza che non c’era, e che lei neppure sapeva ci dovesse essere…
Assenza di una presenza assente…forse era questo l’indeterminato, forse era questa la sorgente cui si abbeverava la tensione…
La luna intanto si era fatta più stanca del suo cammino verso le soglie della notte, già pronte a richiudersi dietro di lei…
La sua tensione ora traeva brividi anche al mare…mentre i battiti del suo cuore ormai invadevano l’intera spiaggia intorno a lei…Null’altro animava quel silenzio…
Il frullio nella mente si era ritratto più in fondo…ormai non sarebbe mai più riuscita a tradurlo, a intercettarlo, ad afferrarlo…
Rimase per un attimo immobile…nessun altro suono riuscivano a sentire i suoi sensi sensibili… nessun passo in avvicinamento.
Smise di cercare, di chiedersi e capire…si abbandonò a quell’indistinto morbidamente.
Arresa.”