… Ci vorrebbe una memoria d’elefante, ma noi uomini non ce l’abbiamo, forse un giorno la inventeranno elettronica, chissà, una scheda piccola come un’unghia che ci infileranno nel cervello, dove è registrata tutta la nostra vita..
ANTONIO TABUCCHI,Tristano muore
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Da giovane ho letto Pascal, a quel tempo mi piaceva, specie per il suo giansenismo, era tutto così bianco e nero, così distinguibile, capirai, allora la vita era in bianco e nero, in montagna, bisognava fare scelte precise, o di qua o di là, o bianco o nero, poi la vita si incarica di portare il chiaroscuro
ANTONIO TABUCCHI,Tristano muore
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Ti devo confessare una cosa… dopo che ti avevo chiamato mi sono pentito di averti chiamato. Non so bene perché, forse perché non credo nella scrittura, la
scrittura falsa tutto, voi scrittori siete dei falsari. O forse perché la vita uno deve portarsela nella tomba. Intendo la vera vita, quella che si vive dentro. Da lasciare agli altri basta la vita che si vive di fuori, è già così evidente, impositiva. E invece ho voglia di scrivere, cioè… parlare… scrivere per interposta persona, chi scrive sei tu, però sono io. Strano, no?
ANTONIO TABUCCHI,Tristano muore
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Se tu fossi meno paziente, dopo la maniera sgarbata con cui ti ho accolto, te ne saresti già andato, avresti mandato tutto a quel paese, questo impegno che hai preso e il libro che scriverai al mio posto, molleresti tutto e mi diresti quello che mi merito… E invece non ti sposti di un millimetro, sei un bel tipo, scrittore, non so se sei un pavido o se hai più coraggio di me, e per questo mi sopporti… Mi pare di sentire il ronzio di un moscone, lo senti anche tu?, c’è un ronzio in questa stanza, un enorme ronzio, sarà la musica delle sfere?, ma l’universo non fa questo ronzio, questo stridore sgradevole lo fanno gli scrittori il cui pennino graffia la pagina, e tu la pagina non la graffi, sei di quelli che la ammansiscono come i domatori del circo fanno con le fiere… la musica delle sfere di cui ti parlo è una grande musica, la suonano certi angeli che hanno immaginato i pittori della mia Toscana, e non ha una partitura fissa, perché sono sempre variazioni…
ANTONIO TABUCCHI,Tristano muore
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Sono ritornato qui per andarmene, dove sono nato, per sentire le mie cicale, quelle che ascoltavo da bambino in certi pomeriggi estivi in cui mi mandavano a fare la siesta e io mi intrattenevo con le cicale, e leggevo i libri che mi avrebbero spiegato il mondo, come se il mondo si potesse spiegare nei libri… Sogni…
ANTONIO TABUCCHI,Tristano muore
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sogni sono miserabili miracoli… nei miracoli veri non ho mai creduto… quelli veri sono illusioni… soprattutto sogni.
ANTONIO TABUCCHI,Tristano muore
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mi sono trovato nel mondo dei sogni, e sono entrato nell’origine del mondo, a volte si ha la fortuna di sognare quello che si vuole sognare, ma è raro, un privilegio raro
ANTONIO TABUCCHI,Tristano muore
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Gli uomini non si muovono, restano incantati in tanti momenti fissi, solo che non lo sanno, noi crediamo che sia un fluire continuo che via via evapora, e invece no, da qualche parte dello spazio resta quel momento fisso col suo gesto e tutto, come in un incantesimo, una fotografia senza la lastra. Bisogna saperla vedere, ma c’è, te lo dico io.
ANTONIO TABUCCHI,Tristano muore
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L’America… come doveva essere bella l’America al tempo in cui miopadre la sognava!
ANTONIO TABUCCHI,Tristano muore
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