Mentre la mia mente era sommersa nel liquido aspro dei pensieri, mi tagliai acidentalmente la carne sul pollice della mano destra, una goccia di sangue rossissima cominciò a scendere fino al polso, il mio sguardo era fisso su di lei, con la mano davanti ai miei occhi rivolta verso la finestra, la luce del sole picchiava su di essa, ma quel sangue, quel rossore così scuro era li, brillava ma era cupo e intenso, gli chiesi come mai sei così scuro, e la goccia di sangue rispose che si sentiva pesante e piena di tristezza, era colpa mia gli dissi, cercai di scusarmi con lei, ma in quel momento soffrivo troppo, gli dissi che volevo andarmene via, non riuscivo più a stare in famiglia, perchè qui nessuno sorride e non mi da soddisfazione, si litiga, si piange, si soffre, gli chiesi di perdonarmi se ho riempito il mio sangue di lacrime, per colpa mia la mia goccia puzzava, come un lago contaminato dalle feci, dalla spazzatura, dagli animali morti all’erba putrida, gli giurai che sarei cambiato e avrei pulito tutto il mio sangue, rendendolo profumato e rosso acceso, lei sorrise e cominciò a scivolare giù per tutto il braccio, mi disse di fermare il suo percorso o sarei caduto a terra, sorrisi anche io, e gli chiesi se sarei stato meglio privo di sensi, ma lei rispose che se avrei fatto questo non avrei mantenuto la promessa di ripulire il resto del suo corpo… così mi sono ripulito il braccio, e ho fermato il percorso di quella goccia, guardando fuori dalla finestra sospirando con un sorriso!
(Ejay Ivan Lac)