Gli arcangeli dirigono e controllano i nostri angeli custodi e costituiscono uno dei nove cori della gerarchia angelica (serafini, cherubini, troni, dominazioni, virtù, potestà, principati, arcangeli e angeli). Tra tutti i tipi di angeli, gli angeli custodi e gli arcangeli sono i più coinvolti nella cura della Terra e dei suoi abitanti.
In confronto agli angeli custodi, gli arcangeli sono più imponenti, solenni e potenti, ma anche estremamente
amorevoli e umili. Essendo entità celesti incorporee, non hanno distinzione di genere e tuttavia le diverse caratteristiche e specificità conferiscono loro energie e personalità maschili o femminili.
Nella Bibbia vengono nominati gli arcangeli Michele e Gabriele. In altre versioni si trovano anche Raffaele e Uriele, mentre in antichi testi ebraici il numero degli arcangeli arriva a quindici.
Gabriele, il “messaggero di Dio”. Questo arcangelo aiuta i messaggeri, come gli scrittori, gli insegnanti e i giornalisti. Aiuta anche i genitori a crescere i figli, a concepirli o ad adottarli. Alcune tradizioni attribuiscono a Gabriele una personalità maschile, mentre per altre è femminile. Come si legge nel Vangelo di Luca, Gabriele annunciò a Zaccaria e a Maria l’imminente nascita di Giovanni Battista e di Gesù, mentre nell’Antico Testamento si dice che Gabriele salvò il nipote di Abramo, Lot, dalla distruzione di Sodoma. Lo stesso Maometto disse che il Corano gli fu dettato dall’arcangelo Gabriele.
Michele, colui “che è come Dio”. Ci libera dalla paura e dal dubbio, ci protegge e cancella la negatività. Normalmente è considerato il più potente di tutti gli arcangeli e la Bibbia, così come altri testi sacri del Cristianesimo, dell’Ebraismo e dell’Islam, lo descrive mentre lotta eroicamente per proteggere gli altri. Michele è il santo patrono dei poliziotti perché protegge e dona coraggio a chi lo invoca e controlla il regno angelico conosciuto come “virtù”.
Doreen Virtue, ABC degli Angeli
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Chi siete voi per condannare, per giudicare, per scandalizzarvi? Valutate questo aspetto, perché anche qui i vostri comportamenti vi fanno da specchio e da insegnamento.
Nell’attimo in cui inorridite per qualcosa che vi disturba è perché in voi c’è un qualcosa ancora da comprendere e che proprio quella cosa, quell’aspetto che condannate e che vi fa inorridire è in voi ed è da portare in superficie alla luce.
Solo allora sarete liberi e non condannerete più l’altro perché non condannerete più voi stessi negandovi.
Amore chiama amore.
Perdono chiama perdono.
Pace chiama pace.
Armonia chiama armonia.
Non condannate voi stessi se non volete essere auto-condannati.
Mario Rigoni, Intervista con l’arcangelo
ABC degli Angeli
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