“Io sono l’assurdo che si materializza.
Io creo mondi possibili e ci cammino dentro,
li guardo, li tocco, ci viaggio,
ed essi hanno la stessa consistenza di quelli reali.
Io sono l’improbabile che aquista un senso,
gioco con fili di parole leggeri come nuvole
che diventano abiti, su misura.
Ed essi vestono personaggi
irreali e folli, che sfilano per il mondo
inconsapevolmente portando me
sulla loro pelle.
Perchè in ogni opera c’è dentro della vita.
Ogni parola è creata da un uomo
al pari di una lacrima.
Io sono il virtuale
che si attualizza
inaspettatamente.”
Anton Vanligt, Mai Troppo folle