Era il mio primo giorno di scuola elementare, sono arrivato a casa con Sara, la mia tata, mi sono buttato sulla poltrona e ho acceso la tv perché volevo vedere «Dragonball». Ho visto questa cosa, ho provato a cambiare canale ma c’erano sempre questi due palazzoni, uno era pieno di fumo e mentre guardavo ho visto qualcosa, all’inizio non è che si capiva bene che era un aereo, che piombava addosso a quell’altro. A quel punto però mia madre si è agitata un casino, mi ha detto «Max alzati di lì, adesso la televisione la devi lasciare a me», però invece si è messa a telefonare a tutte le sue amiche e tutti i suoi amici e gli diceva «accendete la tv, sono cascate le torri gemelle!». Io non è che capissi tanto, ero piccolo, avevo appena sei anni, qualcosa ho chiesto, volevo capire cosa era successo a queste gemelle, ma lei non mi ha risposto, diceva solo «stai buono, aspetta un attimo, non è il momento». Allora io sono andato a portare a spasso il cane. Poi quando sono tornato, c’era sempre questa cosa in tv e allora me ne sono andato in camera mia a giocare con i pupazzetti.
I giorni dopo a scuola le maestre ne hanno parlato un pochino in classe, non tanto con noi però, discutevano molto tra di loro. Qualcosa ci hanno spiegato, ma era una cosa difficile da capire, io per esempio all’inizio credevo che gli aerei fossero cascati, non pensavo mica che l’avessero fatto apposta. Qualcuno me l’ha detto, ma io non capivo proprio perché farlo. Anche adesso, sì lo so che l’hanno fatto perché ce l’avevano con l’America, ma farsi esplodere per uccidere così tante persone, a me sembra una cosa da scemi. Poi in classe ci hanno chiesto se volevamo disegnare quel che era successo e ho fatto queste due torri grigie con tutto il fumo e il fuoco. Non è che mi sia venuto tanto bene però, io non sono tanto bravo a disegnare.
[da NATI l’11 SETTEMBRE * GIOVANNA PAJETTA]