Che allegria, vivere e sentirsi vissuto.
Arrendersi alla grande certezza, oscuramente, che un altro essere, fuori di me, molto lontano mi sta vivendo.
Che esiste un altro essere con cui io guardo il mondo perchè sta amandomi con i suoi occhi.
Che esiste un’altra voce con cui io dico cose non sospettate dal mio gran silenzio e che mi ama anche con la sua voce. E quando lei mi parlerà di un cielo scuro, di un paesaggio bianco, ricorderò stelle che non ho visto, che lei guardava, e neve che nevicava nel suo cielo. Con la strana delizia di ricordare di aver toccato ciò che non toccai se non con quelle mani che non raggiungo con le mie, tanto distanti.
E spogliato di sé potrà il mio corpo riposare, tranquillo, morto ormai.
Morire nell’alta certezza che questo viver mio non era solo il mio vivere: era il nostro…
Pedro Salinas