Seduta lì, sembrava attendessi. Un libro aperto tra le mani. Apparentemente assorta.
Il sole, non ancora primaverile, t’illuminava i capelli.
Ebbene eri lì, come all’inizio di qualsiasi storia, in te era nascosto il seguito di questo come di altri racconti. In te la trama e l’intreccio di eventi e sentimenti.
Ecco, questa storia doveva pur iniziare in qualche modo. Un incipit, questo, vuole che tu sia seduta a leggere un libro che forse non finirai mai.
Che forse hai iniziato svogliatamente e, con distrazione, ne segui le righe e le pagine.
Ma, dall’inizio, posso dirti che in questa storia ci ameremo, non so per quante pagine, ma lo faremo e, forse solo in una piccola frase di questo racconto, sarai felice. Tanto mi basterebbe.
Anzi, alla fine, ricordami di citare i versi di quel poeta di cui ora non ricordo il nome. Poi, certamente, mi verrà in mente. Sì, ci starebbe proprio bene alla fine di questa storia, la nostra, una bella citazione.
Come quale storia? Quella che inizia con queste pagine e continuerà in quelle che seguono. In
questi fogli che si riempiranno, pian piano, e che vedremo succedersi e numerarsi.
Una storia che inizia con te seduta che leggi, non so se è per destino che tu sia lì, in questa giornata d’inverno e con il sole. Forse, non è il destino, ma il caso o solo coincidenza. Comunque non lo sapremo mai, perché questa storia inizia così, con te seduta che leggi.
Destino, caso e coincidenze ci lasciano orfani con le nostre domande e non amano, per loro natura, dare risposte.
Ma io e te abbiamo deciso che sarà così, che lo spunto per l’inizio di questo racconto sia tu e ciò che appare destino sia, in verità, altro.
Qualcosa di più umano che riguarda le nostre vite, che gli stessi dèi ignorano o che, nella loro onnipotenza, hanno deciso di ignorare…..
GHOST TRACK * Gianfranco Brevetto