“ora, come sai, io sono molto sensibile alla bellezza femminile.
Tutti hanno qualcosa davanti a cui si sentono disarmati, e io ho la bellezza.
La vedo e mi acceca, impedendomi di scorgere ogni altra cosa.
Philip Roth “L’Animale Morente”
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Consuela Castillo. La vidi e rimasi straordinariamente colpito dal suo comportamento. Quella ragazza sapeva quanto valeva il suo corpo.
Sapeva cos’era.
Sapeva anche che non avrebbe mai potuto inserirsi nel mondo culturale in cui vivevo io:
la cultura era una cosa dalla quale voleva essere abbagliata, non un mezzo di sostentamento.
Philip Roth “L’Animale Morente”
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“Ti dicevo che nel corso degli anni ho comprato tanta musica, le partiture per piano, e così non facevo che suonare, quando avevo finito il mio lavoro. Suonai, in quegli anni, tutte le trentadue sonate di Beethoven, nota per nota, sperando che scacciassero Consuela dalla mia mente.”
Philip Roth “L’Animale Morente”
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“con la musica per pianoforte ti sembra sempre di riprodurre le cose che facevano i compositori, e così, fino a un certo punto, sei nella loro testa. Non nella parte più misteriosa, quella dove nasce la musica, ma comunque non stai, passivamente, solo assorbendo un’esperienza estetica. Goffamente, a modo tuo, la stai producendo tu stesso, e fu così che io cercai di colmare la perdita di Consuela.”
Philip Roth “L’Animale Morente”