Con Terzo Occhio nelle tradizioni esoteriche orientali si intende il centro energetico situato sopra la parte centrale fra i due occhi fisici, all’incirca fra le sopracciglia. Quando è aperto e sviluppato, abilita al sesto senso, all’intuizione o in generale alla percezione dei fenomeni extrasensoriali e sottili. Viene chiamato anche sesto chakra o Ajna.
In questo libro desidero riallacciarmi in modo molto limitato alle dottrine esoteriche e occulte, e indicare invece, slegati da qualsiasi concezione religiosa o filosofica del mondo, dei metodi moderni, pratici e adeguati al nostro tempo e alla nostra cultura, tramite i quali ogni lettore motivato possa trovare il suo accesso personale alle facoltà della percezione extrasensoriale. L’esperienza mi ha insegnato che per sviluppare tali facoltà non servono complicate sovrastrutture filosofiche, ma solo una teoria un po’ orientata alla prassi e soprattutto una scrupolosa introduzione all’esercizio e all’utilizzo pratico della percezione extrasensoriale in via di sviluppo. Il Terzo Occhio simboleggia un tipo di percezione allargata che va ben oltre le possibilità dei nostri organi di senso e permette una visione più ampia della realtà.
Harald Wessbecher
*
Non identificatevi … siate un testimone, un osservatore. Allora, se vi riesce di essere testimoni, sarete focalizzati nel terzo occhio. … anche l’opposto è possibile. Se siete focalizzati nel terzo occhio, diventerete un testimone.
… focalizzati nel centro del terzo occhio la vostra immaginazione diventa potente, efficace. Ecco perché si è insistito così tanto sulla purezza.
Osho, Il libro dei segreti
*
Concentrati sul Divino nell’Occhio Spirituale perché questa è la mia Vera Forma. Io non sono questo corpo di carne e ossa. Sono il servo di tutti.
Yogiraj Sri Sri Lahri Mahasaya
*
Se per un’ora al giorno fissi una fiamma e pratichi questa tecnica per alcuni mesi, il tuo terzo occhio inizia a funzionare alla perfezione. Diventi più attento, più luminoso.
Osho, Il libro Arancione
*
Il terzo occhio non fa parte del corpo fisico, ma del corpo sottile, il secondo corpo, quello interiore.
Osho, I segreti della trasformazione
*
Quando il terzo occhio si apre per la prima volta, il buio sparirà, e ci sarà luce, una luce senza sorgente. … Per questo le Upanishad dicono che Dio non è come il sole o una fiamma. E’ una luce senza sorgente.
Osho – I segreti della trasformazione
*
Grazie a Dio io possiedo il terzo occhio, intendo dire che è come se mi trovassi nel letto e potessi camminare passo dopo passo sulle colline rocciose e terre irregolari vedendo ogni pietra e fiore dove le mie vecchie gambe non mi porterebbero più.
Beatrix Potter
*
Quest’idea dell’occhio di Shiva è presente nell’opera. Come è noto, l’occhio di Shiva è la ghiandola pineale, nei rettili primitivi la ghiandola pineale era il terzo occhio con cui i rettili vedevano la luce che viene dal sole allo zenit. Poi, nella scala filogenetica l’occhio è stato riassorbito e si è andato a collocare alla base del cranio. Questo occhio continua a vedere, assume informazioni dai nostri veri occhi e ha un forte scambio con gli ormoni della crescita e quelli sessuali.
Mircea Cărtărescu
Scopri in me qualcosa di più,
son qui davanti ai tuoi occhi
e non mi vedi……
non scegliermi per abitudine
non ignorarmi al mattino per
usarmi poi la notte….
quando ti chiamo ascoltami.
Non uccidere l’amore!
Assente il tuo desiderio fa un
calvario della mia vita, che aspetta
e si domanda dove poterti incontrare
forse per ricominciare.
Non riuscirai a farmi odiare tutte le
rose perche una spina mi ha punto.
Cercherò sempre una nuova forza,
una nuova storia, un nuovo amore,
senza elemosinare, perche sono ricca
dentro!
( Mirella Narducci )
Nella stanza vuota, dalle lisce pareti
il mio andare è incauto, titubante.
Nel silenzio avverto il respiro che
lieve solleva il petto, preda nel buio
unico rifugio mi sento insicura dei
miei passi.
La tua felina presenza annienta l’armonia,
come arpionate sento le carni traendo
voluttà da un terrore, presago d’un piacere
che furioso mi prende.
E’ quella goccia di profumo sulla pelle che
rapida, e sinuosa ti svela la mia presenza e in
un ruggito roco e spento mi ghermisci facendo
in pezzi ogni emozione grondante di piacere……
( Mirella Narducci )
Il nostro cuore ha tante cicatrici, segni, tagli, perché chi ama dona e dona pezzi del suo cuore che non sempre sono restituiti per intero, allora si creano buchi, crepe che rendono il cuore imperfetto, ma bello perché vuol dire che ha amato disinteressatamente, senza aspettarsi restituzione di amore.
(Alessia S. Lorenzi da “Come il Canto del Mare”)
(Tutti i diritti riservati – E’ vietata la riproduzione, anche parziale, del testo o parte di esso senza la citazione dell’autrice)
Dobbiamo trovare una soluzione ai conflitti che si vengono, via via, a generare con la gente che ostacola la “nostra” strada. Siamo sicuri, però, che tale strada sia da considerare davvero soltanto nostra? È nostra la vita che viviamo, ma le vie che incrociamo possono essere condivise con altri individui. Tale strada, così, non è nostra, ma non è neanche degli altri! E cosa si fa, ad esempio, quando una strada urbana è pubblica? si procede ad una regolamentazione, si creano delle segnaletiche, in modo tale da far scorrere il traffico cosicché un mezzo di trasporto o un pedone non ostacoli l’altro. Ecco, è proprio quest’ultimo il punto a cui volevo arrivare: noi ci troviamo in una strada analoga a quella urbana, dove i mezzi di trasporto e i pedoni corrispondono alle nostre vite. Queste ultime procedono ognuna per la propria strada, ma talvolta si possono incrociare. Si incrociano, ma non si dovrebbero mai scontrare. Nessun altro conducente di un mezzo di trasporto né alcun pedone potrà mai dirti quale strada dovrai percorrere. Potrai essere convinto di conoscere la strada giusta o potrai anche chiedere quale sia la via da percorrere agli altri. In tutti e due i casi, potrai anche sbagliare strada. Ma chi di voi, se è sicuro di percorrere la strada giusta, chiederebbe indicazioni ad un’altra persona che incrocia lungo la strada? [Tratto dal romanzo “Lungo il cammino”, Isac Randazzo 2013]
Ti diranno che sei pazzo, che sei un “buono a nulla”, che non riuscirai mai a fare niente, ed arriveranno perfino a dirti che sei cattivo. Non temere, se ti diranno così, vorrà dire che non sei come loro: tu hai molto di più da offrire, tu sai essere te stesso, e per te questo non è mai stato un problema. Infatti, non sarai mai buono per loro, perchè vorrebbero che tu vivessi secondo le regole del loro gioco. No, questo non va bene: in qualunque “gioco” che si rispetti il regolamento si stabilisce assieme, e chi vuole imporre le proprie regole non sa giocare.
Isac Randazzo
Già a Mu e Atlantide erano consapevoli del fatto che ogni persona era una specie di catalizzatore, e che nel suo corpo custodiva sette generatori (chakra) principali, corrispondenti ai sette raggi di Luce. Tenendoli liberi e puliti da qualsiasi interferenza, ci si può connettere direttamente col raggio della fonte
Jacqueline van Gessel, Egiptian Healing
***
Un Chakra ha forma di un imbuto e la sua energia gira in senso orario come un vortice. È suddiviso in tre parti: il bordo esterno, il corpo e la punta, in cui è rinchiuso il nostro destino.
Jacqueline van Gessel, Egiptian Healing
***
I chakra sono il dono divino, il Dio interiore, l’essenza di tutto ciò che siamo
Jacqueline van Gessel, Egiptian Healing
***
I chakra principali sono sette, ma ce ne sono molti altri secondari, circa un centinaio, che “idealmente” corrispondono coi punti meridiani dell’agopuntura. Anche il termine chakra deriva dalle lingue orientali. Sono posizionati, a grandi linee, partendo dal centro coccigeo, cioè dal punto che si trova fra l’ano e i genitali, per arivare alla sommità del capo. Sono sette e ognuno di essi sovrintende a determinati organi, con particolari funzioni sia a livello emotivo che psichico e spirituale. I nomi dei chackra sono di origine orientale mentre in occidente si chiamano per numero o si riferiscono al centro o al plesso fisico interessato.
Assam Bihar, I Sette Chakra
***
I sistemi dei chakra sono giusto questo: modelli della realtà pensati per assistere il tāntrika nel suo travagliato percorso interiore dal Molteplice all’Uno.
Georg Feuerstein
***
Nei fatti non esiste un sistema dei “chakra” che si possa definire standard. Ogni scuola, e alle volte ogni maestro di ogni singola scuola, ha avuto il proprio sistema di chakra.
David Gordon White
***
Nove sono le matrici originarie | che Ella detiene come Sovrana; | nove i cakra del corpo sottile.
Tripurā Upanisad
***